C’è un altro animale che ci sta accanto da almeno diecimila anni, pur mantenendo una sua indipendenza, ma che con il suo spirito selvatico ci riconcilia con la natura perduta.
Il gatto non ha diviso con l’uomo la caccia come ha fatto il cane, e non lo ha portato in sella alla conquista del pianeta come il cavallo. Eppure è riuscito a fare breccia nel suo cuore come pochi altri esseri viventi.

I poeti, i pittori, i musicisti di ogni epoca lo hanno esaltato, innamorati della sua bellezza, dell’eleganza, dal distacco che dimostra verso il mondo. E sono milioni le persone che non potrebbero vivere senza avere una di queste “piccole tigri” mollemente sdraiata nel salotto di casa.

Pablo Picasso
Pablo Picasso

Animale misterioso

Il gatto resta un mistero sotto tanti punti di vista. Ancora non si conosce interamente la sua natura, la sua sensibilità, la profondità con la quale riesce a vivere la realtà che lo circonda. Sembra dotato di “super poteri”: può vedere al buio, percepire suoni fino a centomila hertz, captare odori per noi inesistenti, avvertire le vibrazioni sul terreno, cacciare prede con un’infallibilità che lascia a bocca aperta. Nonostante sia piccolo, correndo, supera i cinquanta chilometri all’ora. Se cade anche da grandi altezze riesce ad atterrare incolume, camminando non emette il minimo rumore. E le ricerche scientifiche hanno dimostrato che possiede una delle intelligenze più alte di tutto il regno animale.
Allo stato selvatico non vive in branco e così ci si domanda come abbia fatto, cento secoli fa, a stringere un patto con gli uomini, senza quella spinta sociale che aveva trasformato il lupo in un animale domestico.

È che il gatto, domestico non lo è mai del tutto diventato. Conserva ancora oggi un lato selvaggio. E se il cane, lontano dal gruppo umano in cui vive, con fatica saprebbe cavarsela nel catturare prede, il gatto non avrebbe problemi dato che la caccia è per lui una vera necessità fisica e psicologica alla quale non ha mai rinunciato. Un giorno, il gatto decise di fare amicizia con gli uomini e fu un contratto di convenienza, potremmo dire un vero e proprio accordo pro- fessionale. Pare accadde a Cipro, tra il 7000 e l’8500 prima di Cristo. Il gatto selvatico era un asso nel catturare i piccoli roditori che infestavano le raccolte di granaglie e così gli antichi agricoltori pensarono che accudire i felini sarebbe stato molto vantaggioso. Nello stesso tempo, il gatto trovò grandi quantità di prede a disposizione e protezione da animali più grandi. L’accordo era stato stipulato.

– Continua –

Di Diego Manca e Roberto Allegri, tratto da Altro che animali!, dicembre 2015, Edizioni Ultra

Altro che animali!
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