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Le 15 razze di gatto più rare e insolite

Una gallery di foto e video con le specie meno conosciute e meno comuni di gatti

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Ecco una rassegna di gatti rari e gatti rarissimi: un po’ perché sono poco diffusi o di terre lontane, ma anche perché se non sono già estinti sono specie protette e quindi difficilmente avvicinabili. La loro bellezza e la loro rarità dovrebbe far pensare a come l’uomo si avvicina e approccia la natura: è evidente che spesso ciò non viene fatto nel migliore dei modi.

1 Gatto delle Ande

Gatto delle Ande

Il Gatto delle Ande (Leopardus jacobita) ha delle dimensioni superiori a quelle di un comune gatto domestico: la sua lunghezza varia intorno ai 70-75 centimetri a cui se ne aggiungono 45 di coda.

Questa specie di gatto selvatico, originario delle Ande del Sud America, è raramente stata vista e ancor più raramente fotografata. Gli scienziati stimano ci sono solo circa 2.500 esemplari ancora vivi, nessuno in cattività.

L’habitat naturale di questi gatti rari sono le alte vette e lo si trova nelle montagne del Cile settentrionale, del Perù meridionale, della Bolivia sud-occidentale e dell’Argentina nord-occidentale.

Classificata nel Red Data Book dell’IUCN come specie rara, il commercio del Gatto delle Ande è vietato ed è specie protetta secondo quanto prescritto dalla legge nel Perù.

2 Gatto di Pallas o gatto delle steppe

Gatto di Pallas o delle steppe

Il Gatto di Pallas, o gatto delle steppe (Otocolobus manul), è un piccolo felino diffuso in Asia centrale. Si crede sia una delle più antiche specie di gatti rari, che si è evoluto circa 12 milioni di anni fa.

Queste piccole palline di pelliccia hanno le dimensioni di un gatto domestico, circa 60 centimetri di lunghezza, ma hanno molto di più pelliccia. Un’altra caratteristica che li rende unici è che hanno pupille rotonde e non a feritoia.

Il Gatto di Pallas è un predatore notturno che vive nelle steppe asiatiche fino a 4.000 metri di altitudine. Si ciba di roditori, pika e uccelli. A lungo cacciato per la sua pelliccia, è protetto in gran parte delle zone ove è diffuso. Dal momento che si ciba di animali spesso dannosi per l’agricoltura, è ritenuto un animale benefico.

A causa del degrado ambientale, e la diminuzione delle preda di cui si ciba, il Gatto di Pallas è stato dichiarato in pericolo dal 2002.

3 Gatto viverrino o pescatore

Gatto viverrino o pescatore

Il Gatto viverrino (Prionailurus viverrinus), detto anche gatto pescatore, è un felide di media grandezza, dalle lunghe zampe e dalla coda corta. L’animale può camminare tenendo le dita aperte a ventaglio; questo adattamento gli permette, verosimilmente, di muoversi a suo agio sui terreni paludosi del suo habitat. È lungo circa 70–80 centimetri e pesa tra gli 8,5 e i 12,5 chili.

A differenza della maggior parte dei gatti, a cui non piace bagnarsi, il Gatto pescatore è un nuotatore abile che vive nei pressi dei fiumi, dei corsi d’acqua e nelle paludi di mangrovie. La distribuzione geografica del Gatto viverrino comprende la maggior parte dell’Asia tropicale. Vive nel Nepal, nel Pakistan, in Birmania, in Thailandia, nella Cina meridionale, in Indocina e in tutta la penisola malese. Il Gatto pescatore si ritrova anche nelle giungle di Ceylon e anche a Sumatra.

Il suo stato di conservazione è in pericolo.

4 Gatto delle sabbie

Gatto delle sabbie

Il Gatto delle sabbie (Felis margarita) è un piccolo felino diffuso negli aridi deserti africani e asiatici, tra l’Iran e il Pakistan e in altre aree molto calde e asciutte.

Il Gatto delle sabbie è dotato di pelliccia che cresce tra le dita dei piedi, una caratteristica che è solitamente riservato ai gatti delle zone artiche, che in questo caso isola le zampe dalla sabbia rovente.

Il primo europeo a descrivere la specie fu Victor Loche, nel 1858. Lo studioso la battezzò Felis margarita in onore di Jean-Auguste Margueritte, il militare francese a capo della spedizione nel corso della quale venne scoperto l’animale.

Questa razza di gatti rari è elencata come specie minacciata, per cui la sua caccia è vietata in molti Paesi.

5 Margay o gatto di Wied

Margay o gatto di Wied

Il Margay (Leopardus wiedii), chiamato anche gatto di Wied, è un felide che vive nelle Americhe e che assomiglia all’Ocelot, ma più piccolo. Il  Margay è un eccellente arrampicatore e vive nelle foreste pluviali del Sud America.

Nella sua opera sulla Storia Naturale del Brasile, il principe Massimiliano di Wied, scopritore del Margay, descrisse il “gatto tigre dalla coda lunga” come un felide arboricolo per eccellenza: grazie ad una particolare conformazione anatomica delle ossa del metatarso, questo gatto può effettuare movimenti di supinazione e imprimere ai suoi piedi una rotazione di 180° verso l’interno, cosa di cui non sono capaci gli altri felini. Questa facoltà gli permette di scendere lungo il tronco dell’albero con la testa in avanti, come uno scoiattolo.

6 Gatto dai piedi neri

Gatto dai piedi neri

Il Gatto dai piedi neri (Felis nigripes), originario dell’Africa, è la più piccola specie di gatto selvatico in tutto il mondo. Vive tra le praterie secche e il deserto del Grande Karu dell’Africa meridionale. I maschi adulti pesano poco più di quattro chili e le femmine adulte pesano poco meno di tre.

Questa specie ha il pelo nero sulle piante dei suoi piedi così da proteggerlo dal caldo del deserto sabbioso. Gli individui adulti possono viaggiare ogni notte in cerca di piccoli mammiferi e uccelli che nidificano a terra, fino a 14 chilometri dalla loro tana. Poiché spesso scavano nei rifiuti, i Gatti dai piedi neri sono minacciati da esche avvelenate e trappole per altri animali.

Cucciolo di Gatto dai piedi neri

Il suo stato di conservazione è considerato vulnerabile.

7 Gatto cinese delle montagne o gatto di Biet

Gatto cinese delle montagne

Vive in aree del nord-ovest della Cina, ad alta quota (tra i 2.500 e 5.000 metri) nei prati dell’altopiano tibetano. Caccia piccoli roditori e uccelli.

Il Gatto cinese di montagna (Felis bieti), noto anche come gatto della Mongolia, gatto di Monsignor Biet, gatto del Gobi o gatto del deserto della Cina, è un felino dalla costituzione robusta, dotato di una spessa pelliccia di colore variabile tra il marrone e il grigio chiaro con macchie sfumate di colore più scuro. È un parente stretto (e potenziali sottospecie) del gatto selvatico comune ma al tempo stesso è una specie poco studiata, tra i felini il meno conosciuto del Pianeta.

il nome scientifico è dedicati a Félix Biet, direttore di missioni francesi in Cina nel 1800.

Questa specie è in via di estinzione a causa delle pressioni umane: le minacce principali che gravano su di esso sono le campagne di avvelenamento dei roditori nocivi, che riducono il numero delle sue prede, ed eventualmente il traffico delle pellicce.

8 Gatto dorato africano o gatto di Temminck

Gatto dorato africano

ll Gatto dorato africano (Caracal aurata) è originario delle foreste pluviali della zona occidentale e centrale dell’Africa. Non è sempre dorato, infatti ha colori che vanno dal cannella al marrone scuro.

Preferisce habitat umidi, fitte foreste e si trova comunemente nei pressi di corsi d’acqua.

Caccia soprattutto di notte e come la maggior parte altri gatti è una creatura solitaria e data la sua indole è estremamente difficile da individuare in natura.

La specie venne descritta per la prima volta nel 1800 dallo zoologo olandese Coenraad Jacob Temminck a partire da alcune pelli provenienti dall’Africa occidentale messe in vendita in un museo di Londra. Studi effettuati nel 2006 e nel 2009 hanno dimostrato che il Gatto dorato africano è un parente molto stretto del Caracal (Caracal caracal), o lince del deserto. Queste due specie, assieme al Serval (Leptailurus serval), formano una delle otto linee evolutive di felidae. Questa linea evolutiva comparve circa otto milioni di anni fa.

È stato classificato come vulnerabile dalla IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

9 Gatto dorato del Borneo o gatto Baio

Gatto dorato del Borneo o gatto Baio

ll Gatto Baio (Catopuma badia), o gatto dorato del Borneo, è un felino del genere Catopuma, endemico dell’isola del Borneo. Della taglia di un gatto domestico, somiglia al gatto di Temminck ma possiede un manto uniformemente rosso o grigio, con una lunga coda.

Vittima della deforestazione e del bracconaggio per la sua pelliccia, il numero di esemplari allo stato selvatico del Gatto Baio è considerato in diminuzione. La specie è classificata come “prossima alla minaccia” dalla Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Alcune decine di Gatto dorato del Borneo sono ospitate in cattività.

10 Gatto della giungla o lince di paludi

Il Gatto della giungla (Felis chaus) è un felino di medie dimensioni, il più grande tra le specie attuali dei felini selvatici del genere felis. Nonostante venga chiamato anche lince di palude, non è un parente stretto delle linci.

Di poco più grande del gatto domestico, il Gatto della giungla misura 55–94 centimetri di lunghezza, ai quali se ne aggiungono i 20–30 di coda, ed è alto alla spalla circa 36 centimetri. Il peso, a seconda della distribuzione geografica, varia tra i 3 e i 12 kg.

Vive in una vasta area che va dall’Egitto e in Asia occidentale e centrale, fino allo Sri Lanka e Asia sud-orientale. In India questa specie è la più comune tra tutti i piccoli felini originari della regione.

Data la vastità dell’areale, il Felis chaus viene classificato tra le specie a rischio minimo.

11 Gatto dalla testa piatta

Gatto dalla testa piatta

Questo gatto crepuscolare è nativo della penisola malese, Borneo e Sumatra.

Ha un corpo snello e la testa dalla forma molto insolita. Il Gatto a testa piatta ha una lunghezza testa-corpo di 41–50 centimetri e una breve coda di 13–15 centimetri. La forma della testa è piuttosto insolita per un felino: come indica sia il nome comune che quello scientifico, è piuttosto appiattita. Anche la posizione degli occhi è strana, infatti, essi, piuttosto ravvicinati tra loro, sono posizionati molto in avanti; quest’ultima caratteristica consente a questa specie di godere di una visione stereoscopica. È dotato di membrane interdigitali nelle zampe, le quali gli consentono  di muoversi meglio su terreni fangosi e nell’acqua. Gli artigli sono solo parzialmente retrattili, come quelli del ghepardo.

Il Gatto dalla testa piatta (Prionailurus planiceps) ama mangiare pesce e uscire solitario la notte. È in via di estinzione dal 2008 a causa della distruzione del suo habitat. la popolazione attuale è stimata in meno di 2.500 esemplari.

Malgrado la distruzione dell’habitat e l’inquinamento idrico costituiscano serie minacce alla sua sopravvivenza, vari avvistamenti avvenuti in piantagioni di palma da olio suggeriscono che sia una specie meno specializzata di quanto generalmente creduto. Il gatto a testa piatta gode della più completa protezione in tutto il suo areale, tranne che nel Brunei, dove non viene garantita ad esso alcuna protezione.

12 Yaguarondi

Yaguarondi

Per quanto riguarda l’aspetto fisico, lo Yaguarondi (Puma yagouaroundi) è forse il rappresentante della sua famiglia che somiglia meno a un felino tipico. Misura 53-73 cm di lunghezza, esclusa la coda da 30 a 50 centimetri, e pesa 3,5-9 chili. Emette un’inusuale vasta gamma di vocalizzi, compresi fusa, fischi, guaiti, chiacchiericci e perfino una sorta di cinguettio simile a quello degli uccelli.

Si è diffuso al Texas meridionale, passando dalle coste del Messico, attraverso l’Argentina settentrionale, l’America centrale e le regioni sudamericane a est delle Ande. Predilige i boschetti di pianura nei pressi dei corsi d’acqua, ma la gamma degli habitat che occupa va dalle foreste secche alle zone erbose umide.

Diversamente da molti altri felini, lo Yaguarondi è un animale prevalentemente diurno. Si muove agilmente tra i rami degli alberi, ma preferisce cacciare al suolo. Si nutre di quasi qualsiasi animale riesca a catturare, generalmente roditori, piccoli rettili e uccelli.

In passato gli studiosi ritenevano che le due forme cromatiche di questo animale fossero due specie distinte; quella grigia era nota come Yaguarondi e quella rossa come Eyra. In alcuni Paesi di lingua spagnola lo Yaguarondi viene chiamato leoncillo, cioè “piccolo leone”. Tra gli altri nomi comuni spagnoli con cui la specie viene indicata ricordiamo gato colorado, gato moro, león brenero, onza e tigrillo.

Questo felino non è mai stato cacciato intensamente per la sua pelliccia, ma ha comunque subito un forte declino a causa della perdita dell’habitat.

Yaguarondi cucciolo

13 Kodkod o Guiña

Kodkod o Guiña

In passato il Kodkod (Leopardus guigna) veniva classificato all’interno del genere Oncifelis, che comprendeva tre specie di piccoli felini originarie del Sudamerica. Oggi, invece, è annoverato come specie nel genere Leopardus.

Il Kodkod è il gatto più piccolo nelle Americhe. La sua presenza è strettamente associata alle foreste pluviali temperate miste delle Ande meridionali e delle catene costiere, in particolare delle foreste valdiviane del Cile, caratterizzate dalla presenza di bambù nel sottobosco.

Il piccolo animale pesa tra i due e i 2,5 chili, misurano 37–51 centimetri di lunghezza, ai quali vanno sommati altri 20–25 di coda, e sono alti alla spalla circa 25 centimetri.

Il Guiña è un eccellente arrampicatore che si nutre di roditori, uccelli e lucertole.

Kodkod, detto anche Guiña

I fattori di minaccia principali per il Kodkod sono l’abbattimento delle foreste umide temperate nelle quali vive e l’avanzata delle piantagioni di pini e dei terreni agricoli, in particolare nelle regioni centrali del Cile.

14 Gatto di Geoffroy

Gatto di Geoffroy

Il gatto di Geoffroy (Leopardus geoffroyi) deve il nome al naturalista francese del XIX secolo Étienne Geoffroy Saint-Hilaire (1772–1844), professore di zoologia all’Università di Parigi.

Vive sulle Ande, nelle pampas (in regioni di foresta arbustiva) e nelle distese del Gran Chaco. Ha quasi le stesse dimensioni di un gatto domestico: misura circa 60 centimetri di lunghezza e ha una coda relativamente breve, di circa 31 centimetri. Pesa solamente dai due ai cinque chili.

Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, il Gatto di Geoffroy veniva cacciato intensamente per la sua pelliccia. Sebbene sia ritenuto ancora piuttosto numeroso nelle regioni centrali dell’areale, compresa la Bolivia, dove è il secondo felino più comune dopo l’Ocelot, il gatto di Geoffroy è considerato in pericolo in altre zone, come il Cile meridionale. Nel 1992 la specie venne inserita nell’Appendice I della CITES: ciò significa che il commercio internazionale è vietato, tranne che per scopi non di lucro.

15 Gatto selvatico scozzese

Gatto selvatico scozzese

Nel 2012 dei biologi conservazionisti hanno annunciato la scoperta di popolazioni precedentemente sconosciute di gatti selvatici scozzesi che vivono nel Parco nazionale di Cairngorms. Gli scienziati hanno segnalato 465 potenziali avvistamenti; in risposta la Scottish Wildcat Association ha confutato tali affermazioni, dichiarando che la popolazione del gatto scozzese era probabilmente ben al di sotto di 100 esemplari.

Una grave riduzione delle popolazioni di conigli ha inoltre accelerato il declino del gatto selvatico scozzese. La notizia fu stata seguita da un annuncio dello Scottish Natural Heritage che decise di lanciare un nuovo piano d’azione per il gatto selvatico con un approccio più pragmatico, volto a conservare gatti selvatici e ibridi che presentano le caratteristiche del gatto scozzese, utilizzando la definizione più ampia di gatto selvatico (Felis silvestris silvestris).

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