Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, nacque a Daresbury il 27 gennaio 1832, terzo di undici figli nati da Frances Jane Lutwidge e il reverendo Charles Dodgson. Fu uno scrittore, matematico, fotografo e logico britannico. Carroll ebbe un’infanzia felice: sua madre era paziente e gentile, e suo padre, nonostante i doveri religiosi, istruì tutti i suoi figli. In giovane età Charles spesso scrisse racconti e poesie, alcune delle quali erano simili alle sue opere più tardi pubblicate, per le sue sette sorelle e tre fratelli.
Si laureò nel 1854, e nel 1855 divenne tutore di matematica pura al Christ Church College di Oxford. Carroll fu un adulto riservato – forse anche a causa della sua balbuzie -, ma ciò non gli impedì di coltivare degli interessi: il teatro e la fotografia.
A metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento, Carroll cominciò a scrivere opere sia umoristiche sia matematiche. Nel 1856 inventò il pseudonimo “Lewis Carroll” traducendo il suo primo e secondo nome in latino, invertendo il loro ordine, e traducendolo poi nuovamente in inglese. Solo nei suoi scritti matematici mantenne il suo vero nome Charles Dodgson.
Sempre in quell’anno Carroll incontrò Alice Liddell, quattro anni, figlia del capo della Christ Church anglicana. Negli anni a seguire Carroll spesso scrisse storie per Alice e le sue sorelle. Fu nel luglio del 1862, durante un picnic con le ragazze Liddell, che Carroll raccontò le avventure di una bambina che era caduta nel buco di una tana di un coniglio. Alice gli chiese di scrivere la storia per lei. Lewis lo fece, chiamandola in principio “Alice’s Adventures under Ground”. Dopo alcune modifiche, questo lavoro, opera tra le più amate della letteratura infantile inglese, venne pubblicata nel 1865 come “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” con le illustrazioni di John Tenniel. Incoraggiato dal successo del libro, Carroll scrisse un secondo volume, “Attraverso lo specchio”, i cui personaggi sono pezzi degli scacchi.
Diversamente dalla maggior parte dei libri per l’infanzia dei tempi, “Le avventure di Alice” e “Attraverso lo specchio” non cercano di trasmettere ovvie lezioni morali ma sono solo deliziose storie di avventura, in cui una normale bambina reagisce alla realtà del mondo adulto. Carroll pubblicò diverse altre opere, tra cui “La caccia allo Snark” (1876), storia in cui simbolismo e non-sense regnano tra le righe, “Euclide e i suoi rivali moderni” (1879) e“Sylvie e Brun” (1889).
“Alice nel paese delle meraviglie” tratta una storia estremamente inverosimile e fantastica. “Converrete infatti che di recente le erano capitate tante di quelle cose fuori dal normale che Alice cominciava a pensare che ne restavano pochissime davvero impossibili”. La storia inizia con un’introduzione in versi dell’autore, che narra di una gita con le sue tre nipoti in un “pomeriggio d’oro”. Alice Liddell, la protagonista del racconto, è una giovane ragazza inglese amante di quelle filastrocche che le bambine del tempo usavano imparare a memoria a scuola. La piccola Alice si trova in campagna insieme alla sorella, quando a un tratto vede “dal nulla un Coniglio Bianco con gli occhi rosa che le passò accanto a tutta birra”. La bambina decide di seguire il Coniglio e si ritrova sbalzata in un mondo completamente fantastico, dove vive tantissime avventure surreali.
Dopo varie bizarre situazione che vedono la protagonista prima ingrandita poi rimpicciolita, oppure in mezzo a un gruppo di animali parlanti, o ancora al cospetto di una tartaruga intelligente, la storia giunge al culmine del nonsense, quando Alice arriva in un giardino situato dietro una porta microscopica. La ragazza trova, appena entrata nel parco, delle carte da gioco animate e dominate dalla Regina di Cuori, una donna pazza. Nel giardino sono presenti tutti i personaggi incontrati da Alice nella sua avventura: si prepara una partita di croquet per sfidare la Regina. Quando la protagonista crede ormai di aver passato il peggio, viene portata in un’aula di un tribunale per testimoniare riguardo a un furto avvenuto a Corte. Alla fine di questo insensato processo – come un po’ tutto il racconto, d’altronde -, proprio quando la Regina ordina di tagliare la testa ad Alice, la ragazza si sveglia vicino alla sorella, intenta a leggere un libro. L’unica cosa che resta ad Alice sono il ricordo di tanti fatti straordinari. I personaggi presenti nel racconto sono vari e tutti hanno una caratterizzazione a sé e, con una lettura approfondita, possono diventare veri e propri elementi simbolici.
I luoghi in cui si svolge la storia sono tutti fantastici, fatta eccezione per la riva del lago dove si trova la protagonista all’inizio del racconto. La ragazza si sposta molto frequentemente tra posti che, come tutto il resto, sono inverosimili. Anche gli ambienti descritti, come i personaggi presenti, sono vari ma, poiché il libro vuole esprimere una forte critica contro la nobiltà, probabilmente è proprio questa l’estrazione sociale della maggior parte dei personaggi.
“Alice nel paese delle meraviglie” è un racconto che fa del nonsense il suo senso e costituisce una rete intricata di significati tra personaggi incredibili. In queste pagine di Carroll si possono trovare, con una lettura più approfondita rispetto a quella che si attribuirebbe a un normale racconto per bambini, numerose analogie con la vita reale, tanto da far diventare il libro un’opera aperta a diversi livelli di interpretazione. Quello che stupisce maggiormente in questo libro è l’assonanza tra il mondo fantastico, popolato da personaggi improbabili e strani, con la nostra società moderna, dove la gente sembra tutta impazzita e solo la mente innocente di un bambino può trovare una spiegazione a tutti i fatti incredibili che avvengono ogni giorno.
La protagonista del racconto è Alice Liddell, una bambina di circa dieci anni dal carattere semplice e infantile. Proprio come i bambini, Alice pone tantissime domande ai vari personaggi che incontra che però la trattano come se fosse un’adulta e le danno risposte che lei non capisce. I personaggi del racconto sono parte di quello che è il messaggio politico nascosto da Carroll dietro questa semplice storia per bambini. La Regina di Cuori rappresenta la monarchia inglese e in generale tutta la nobiltà: pretende di governare su tutti e pensa di poter risolvere ogni problema di governo con la decapitazione di qualche malcapitato. Al di là del messaggio politico della Regina, questo particolare personaggio vuole significare anche il confronto tra Alice e il mondo adulto: autoritario, con una mentalità oscurata dai problemi quotidiani.
Il Cappellaio e la Lepre Marzolina, rappresentano le feste della nobiltà dell’epoca, ricche di discussioni vuote a riguardo di argomenti insulsi; e le Carte, prive di spessore proprio come i nobili della società inglese dell’Ottocento, tutti sottomessi al sovrano e timorosi del suo giudizio. Bianconiglio, al contrario di tutti questi personaggi, rappresenta il popolo inglese, che è sottomesso alla nobiltà, sempre in fuga perché teme che alla prima sua sosta gli venga tagliata la testa. La fretta del Coniglio trova un’interpretazione anche nel messaggio riguardante il mondo adulto, sempre occupato in tanti problemi e privo di momenti di riposo. Ultimo ma importantissimo personaggio è il Gatto del Cheshire.
Tra i tanti personaggi presenti nel racconto spicca certamentelo Stregatto. Il Gatto del Cheshire, meglio conosciuto come Stregatto o Ghignogatto (si veda l’edizione tradotta da Spaventa Filippi nel 1913), è forse il personaggio più conosciuto del libro “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”. È un personaggio fondamentale: incontra Alice nel sesto capitolo (“Porco e pepe“), in casa della Duchessa. Qui non fa nulla di più che sorridere – che a ben vedere è cosa strana per un gatto. Alla fine dello stesso capitolo, lo Stregatto riappare ad Alice: all’interno del bosco, dove, dall’alto di un ramo, ha con Alice uno dei dialoghi più celebri di Carroll:
“Micio del Cheshire, […] potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?”
“Tutto dipende da dove vuoi andare,” disse il Gatto.
“Non mi importa molto…” disse Alice.
“Allora non importa quale via sceglierai,” disse il Gatto.
Le apparizioni dello Stregatto sono talmente poche e veloci che non è facile riuscire a delineare il suo carattere. Di certo è dotato di arguzia e è scaltro. Stregatto non ha rapporti particolari con gli altri personaggi, sembra che ciò che succede in Wonderland non gli interessi molto e dimostra soltanto una lieve antipatia nei confronti della Regina di Cuori.
Alice, che non è di certo indifferente al mondo felino (per tutta la durata del suo viaggio non fa altro che pensare alla sua gatta Dinah), si affeziona subito moltissimo al gatto ed ai suoi preziosi consigli e, dopo il loro secondo incontro, non farà altro che cercarlo in ogni angolo. Stregatto col suo sorriso appariscente, ritrae l’autore del racconto, il quale con l’abile stratagemma della storia per bambini, espone clandestinamente tutte le sue critiche beffandosi della società senza timore di essere scoperto.
Il gatto si dimostra uno dei pochi in grado di dare un po’ di conforto ad Alice, e tale affetto, per qualsiasi gattaro, è più che apprezzabile. Ecco forse perché, tra tutti, è il personaggio più conosciuto e amato di questo racconto di Lewis Carroll.