Il gatto delle foreste norvegesi proviene dalla Norvegia e dalle foreste di quelle terre prende il nome: Norsk Skaukatt ossia gatto delle foreste del nord. Le prime citazioni di questa razza risalgono al 1559 quando vennero divise le linci norvegesi in tre classi: la lince-lupo, la lince-volpe e la lince-gatto (o gatto lince).
Gatto delle foreste Norvegesi: una razza antica
La prima documentazione di questa antica razza risale al sedicesimo secolo ma si pensa che i progenitori di questi gatti siano i gatti Turchi d’Angora che i navigatori Vichinghi portarono con sé in Scandinavia. Un’altra leggenda, molto più accattivante, vuole il Norvegese come il gatto degli Elfi, anche per i suoi piedi larghi con dita quasi palmate che gli permettono di camminare sulla neve senza lacuna difficoltà.
Solo nel 1912 il gatto foreste norvegesi venne ufficialmente presentato a una esposizione felina. Fu poi negli anni Settanta, però, che si riuscì a costituire uno standard, datosi che prima era vietata l’esportazione di questo gatto e gli accoppiamenti consanguinei rischiarono di compromettere la razza.
Struttura del gatto Norvegese
Il Norvegese è un gatto gigante, solido, forte, che trasmette possenza. Ha una lunga testa triangolare, con naso diritto, orecchie grandi e alte dotate di ciuffi di pelo.
Gli occhi, a mandorla, sono grandi e inclinati. L’ossatura e la muscolatura robusta del Norvegese fanno sì che abbia grosse zampe, con piedi larghi e rotondi coperti da folto pelo. La coda, anch’essa coperta da ricco pelo, è lunga e si assottiglia in punta.
La pelliccia del manto, impermeabile e adatta a sopportare le rigide temperature delle terre d’origine, non è uniforme. Di media lunghezza e leggermente ispida, cade molto folta sul collo.
Solo i colori naturali sono riconosciuti, mentre i colori ottenuti da ibridazione, come quelli che derivano dal fattore himalayano, oppure il lilla, il cannella e il cioccolato, non sono accettati. Il colore del mantello e la sua distribuzione non sono considerati parametri importanti come in altre razze, mentre è data più importanza alla qualità del pelo.
I mantelli più diffusi sono il tabby nero e il tabby striato, con o senza macchie bianche. Il colore degli occhi varia dal verde al giallo, al bronzo.
Carattere del gatto delle foreste Norvegesi
Simile nell’aspetto al Maine Coon, il gatto Norvegese delle foreste è meno mansueto del primo. Imperioso e indipendente, il Norvegese è un gatto attivo e curioso. Può vivere in armonia con l’uomo, a patto che gli vengano riservati adeguati spazi dove possa sfogare la propria energia di cacciatore. Insomma, non è adatto a chi cerca un gatto tranquillo e sedentario.
Cura del gatto delle foreste Norvegesi
Contrariamente a quanto potrebbe far pensare la ricca pelliccia simile a quella di una lince domestica, il pelo ispido e repellente del manto del gatto Norvegese non tende a fare nodi ed è quindi facile da curare.
Un gatto anallergico?
Alcune persone sembrano convinte che il gatto norvegese sia anallergico e quindi particolarmente indicato a chi soffre di allergia per i gatti. Si tratta in realtà di una notizia falsa e in caso di allergia è bene eseguire approfonditi test per valutare la propria condizione prima di scegliere di portarsi a casa un animale domestico di questo tipo.
Caratteristiche del gatto delle foreste Norvegese
Corporatura: grande, con corpo lungo, robusto, con struttura ossea solida
Testa: triangolare, con naso dritto e senza stop.
Orecchie: grandi, larghe alla base, con punta ornate da ciuffetti di peli
Occhi: obliqui, a mandorla e vivaci
Zampe: robuste, quelle posteriori sono più lunghe delle anteriori
Piedi: grandi, arrotondati e proporzionati alle zampe
Coda: lunga e folta, distesa arriva almeno alle scapole
Pelo: semilungo, tranne che nel periodo estivo, il gatto deve avere gorgiera (collare) e fianchi adornati da una lunga pelliccia.
Difetti: dimensioni ridotte e struttura sottile, testa rotonda o quadrata, orecchie piccole, poste basse o vicine, zampe corte, sottili, coda corta, pelo arido
[…] Le prime notizie della esistenza del gatto Siberiano risalgono al 1700 e la razza è stata riconosciuta in tempi relativamente recenti. Infatti solo nel 1925 si legge di un “gatto rosso grande robusto e dal pelo lungo proveniente dal Caucaso”. Si pensa, però, che la sua origine risalga a ben prima, quale incrocio tra il gatto domestico siberiano e quello selvatico dei monti Urali. I primi due esemplari furono portati in Germania nel 1989 e da allora si diffuse anche fuori dalla Russia, dove è considerato la razza nazionale. Solo nel 1998 la razza del gatto Siberiano fu riconosciuta anche in Italia. Il gatto Siberiano è considerato il progenitore del Turco Van, del Maine Coon e del Norvegese. […]