Utilizzando dispositivi per rilevare il posizionamento globale (GPS), durante uno studio condotto a Lithgow, nel centro New South Wales, in Australia, sono stati tracciati quotidianamente i movimenti di un gruppo di gatti. I risultati hanno lasciato a bocca aperta i loro proprietari.

Il programma è stato gestito dal Central Tablelands Local Land Services (LLS) con il finanziamento del National Landcare Program del Commonwealth.

L’agente Peter Evans ha detto che il progetto è stato realizzato per aumentare la consapevolezza su quanto lontano i gatti domestici sono soliti vagare, contrariamente a quanto si può credere. Evans, nel video riportato, ha infatti detto che sono molti i proprietari di gatti che dicono che il loro gatti dormono tutto il giorno ai piedi del letto o che non vanno da nessuna parte. Grazie al lavoro realizzato e ai elaborati poi dalla University of South Australia ad Adelaide, è stata messa alla luce una realtà inaspettata.

Mappe con il tracing dei gatti di Lithgow
Mappe con il tracing dei gatti di Lithgow

Quasi trenta “proprietari” di gatti domestici locali sono stati interessati dal programma, nonostante poi siano rimasti solo tredici di loro dato che alcuni felini si sono rifiutati di indossare ripetutamente il dispositivo GPS. Evans ha detto che i gatti che hanno partecipato alla ricerca hanno indossato il dispositivo di localizzazione per 24 ore e per un massimo di 10 giorni. E i risultati ottenuti sono stati sorprendenti.

I punti GPS rilevati dalle apparecchiature sono stati sovrapposti sulle mappe aeree della cittadina di Lithgow, creando una serie di linee gialle che sembrano degli scarabocchi di un bimbo. Quanto rilevato è che alcuni gatti non si sono allontanati che di pochi numeri civici dalla loro casa ma c’è un gatto che è allontanato di ben tre chilometri.

È uno del signor Stephen Barnes, il quale vive con sette gatti: Semi, Squid, Shoebert, Good Mother, Suri, Wally and Willie. Due di loro hanno partecipato al programma di monitoraggio. Barnes ha detto che prima della ricerca pensava che i suoi gatti non girovagassero molto, anzi che rimanessero nel giardino o non oltre la casa del vicino. Solo Squid forse si allontanava un pochino di più, qualche portone più in là, secondo Mr. Barnes.

L'agente Evans fa indossare il dispositivo GPS a un gatto di Stephen Barnes
L’agente Evans fa indossare il dispositivo GPS a un gatto di Stephen Barnes

Ebbene, anche i più tranquilli gatti dello studio si è scoperto che si sono inoltrati in boschi oltre le colline e l’avventuriero Squid ha attraversato la strada principale della città per raggiungere la scuola superiore. Forse in cerca di cibo, dato che il goloso gatto pesa ben otto chili e mezzo, nonostante il veterinario gli abbia prescritto un regime dimagrante in quanto troppo in carne.

Dati i risultati del programma sviluppato in Australia, ora i gatti del signor Barnes hanno delle restrizioni sugli orari in cui escono da casa: “Ora li farò entrare a casa per la loro cena e chiuderò le finestre – ha detto – e a meno che non siano davvero, ma davvero disperati, non lascerò nessuno di loro fuori a lungo la notte”.

La gatta Good Mother di Mr. Barnes
La gatta Good Mother di Mr. Barnes

Ovviamente il primo pensiero è stato quello non tanto di diminuire il raggio d’azione dei gatti ma di limitare i potenziali pericoli di traffico, lotte con altri gatti e contrarre malattie anche mortali, quali la FeLV.

Il gatto è un animale territoriale; sviluppa un attaccamento al territorio più che a un gruppo sociale. Il territorio del gatto non è costituito da una superficie unica, ma da diverse zone, ognuna nelle quali esso organizza un comportamento differente. I campi di attività dei gatti sono zone in cui l’animale effettua attività precise, come la caccia, il gioco, o dove espleta le sue funzioni fisiologiche. Per i gatti esistono anche dei campi di isolamento: delle zone nelle quali il felino si ritira ed evita i contatti, luoghi di riposo o di rifugio.

Lo studio condotto a Lithgow ha offerto risultati che probabilmente sarebbero gli stessi in qualsiasi altra parte del mondo, ossia che i nostri gatti sono più avventurieri di quanto si pensi.

Ecco quindi ancora una volta un motivo in più per suggerire un comportamento responsabile: quello di sterilizzare i gatti. Giunto all’età di sei mesi il gatto comincia a sentire il richiamo delle femmine in calore. Oltre a marchiare il territorio, è per lui naturale cercare di accoppiarsi, volendo allontanarsi da casa e, di conseguenza, rischiare di incappare in loschi ceffi con i quali azzuffarsi, a volte addirittura ferendosi gravemente o, peggio ancora, contraendo gravi malattie. Il tutto in ambienti estranei, sulla strada, dove a ogni angolo vi sono pericoli.

Ciò non vuol dire che il comportamento dei gatti sia sbagliato ma che potrebbe essere gestito meglio, anche per la loro salvaguardia.

 

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